Angela Greco

Angela Greco

Lecce, 18 dicembre 2012 – Tra gli invitati al poetico viaggio in terra salentina c’ero anche io: con il mio sud radicato nel petto e rampante negli occhi; con la mia terra nuda sotto i piedi e sedutami accanto a mio marito e mia figlia; con il mio domani tra le mani dei bambini, che hanno recitato accanto a quelli del salentino Vittorio Bodini e di altri poeti con la “P” maiuscola, anche alcuni miei versi…Elio Scarciglia nella sua indiscussa bravura, come fotografo e documentarista, ha realizzato, avvalendosi di differenti collaborazioni – non ultime quelle di ogni persona che ha nel Salento la sua casa del cuore - un lavoro degno di nota, non foss’altro per il grande insegnamento che proprio – e non solo - i bambini della scuola ospite hanno ricevuto attraverso linguaggi semplici e diretti, quali la musica e le immagini, che sicuramente andranno ad erigere e fortificare l’amore per questo loro ed ormai anche “nostro” Salento.






“Tu non conosci il Sud, le case di calce

da cui uscivamo al sole come numeri

dalla faccia d’un dado.”

(Vittorio Bodini)


Si apre con una scena dalle pareti bianche lo spettacolo ideato da Elio Scarciglia: due ulivi dipinti, segno-presenza e comunanza delle nostre radici, una corda a trattenere panni stesi e la stampa di alcune sue fotografie che già preannunciano i temi del documentario che alla fine verrà proiettato su un grande telo, anch’esso bianco, steso al vento e al sole che il Salento porta nel nome. Ed è subito musica, nera e rossa vestita la danzatrice accompagnata con strumenti tipici dal vivo, volteggia ruotando in un’aria man mano più ritmica e sempre più coinvolgente; e non è più soltanto sentita con occhi ed orecchi, ma è già nelle mani e nel sincrono battito, che risponde a quello dei cuori, lì, seduti, a palpitare con quelli dei loro figli presto sulla scena con la poesia.


“io sono il sud

bianco di calce

giallo di polvere

e terre bruciate

di paesaggi azzurri

rive e cieli schiaffeggiati

da distanze non domabili [...]“

(Angela Greco)


E, poi, arrivano le immagini e le musiche che Elio ha riservato per il suo pubblico e qui il silenzio rende omaggio alla maestria, alla sensibilità, all’amore viscerale per i luoghi che attraversa con il suo obiettivo, che accarezza con il suo sguardo di persona cordiale, dolce e timida, che incontra nelle mani e negli occhi dei protagonisti di questo lembo di Sud. Soltanto ventisette minuti ed il viaggio ha già trasportato oltre, altrove, più in là del luogo che fisicamente ci vede riuniti: siamo in un calore totale, siamo tra le spighe nel vento, siamo sui mari insieme alle onde, siamo nella sacralità dei riti e dei gesti della “bella città”, Gallipoli, affascinati dal rituale di vestizione dei partecipanti alla settimana santa, nei riti d’introduzione alla Pasqua, sentiti qui al sud, come non altrove; e siamo tra le mani degli artigiani, che hanno letteralmente costruito il Salento, capaci di attrarre i più piccoli con le loro manualità sconosciute a queste generazioni; siamo negli antri sotterranei di frantoi ipogei e chiese rupestri circondati dalle loro ieratiche figure fisse nei secoli ad indicare la strada e siamo nel Salento più autentico e vissuto in profondità, letto negli sguardi di chi, come me, è rimasto in religioso “ascolto”…


Dopo un’ora e mezza siamo ancora sorridenti ed emozionati, tutti lì per dire un immenso grazie ad ogni tassello di questo mosaico, che ha contribuito ad una serata di emozioni, occhi lucidi, sussulti d’anima e magia, come da sempre è capace di fare questo nostro Salento.

*

il lavoro di Elio Scarciglia – che ringrazio con tutto il cuore – è “racchiuso” in un piacevole ed esteticamente accattivante libro “Odore di terra – viaggio poetico attraverso il salento” corredato dal documentario in dvd edito dall’Associazione Culturale Terra d’ulivi