Recensione a cura di Elina Miticocchio



Prima di tutto l’uomo, un documentario di Elio Scarciglia

E’ in viaggio da tempo il video di Elio e corre la terra di Puglia, Lecce, Brindisi, Foggia le date più recenti del suo percorso.
Il mattino freddo, un vento di tramontana, gelido, favorisce l’incontro e l’accoglienza.
Diverse le scolaresche accorse per conoscere, raccogliere, ritenere il fuoco vivo della memoria. Il racconto si snoda attraverso un documento tutto da esplorare, fatto di testi dentro un testo, immagini dentro le immagini, suoni e colori freddi di presenze inafferrabili.
L’opera propone immagini e testimonianze dei campi di deportazione e sterminio che durante la Seconda guerra mondiale furono dislocati anche in Italia, in prevalenza al Centro-Sud.
Durante la visione ho la sensazione di chi sta per entrare in una vecchia casa e vuole accendere le luci per dare visibilità a chi un tempo l’ha abitata. Restituire un teatro di “sguardi obliati” poiché dell’inferno non si conoscono tutti i numeri, le atrocità, poche le cifre, presumibili, date le fonti non esaustive.
Il video trae origine da una precisa volontà e dalla presenza nel regista di un lungo “treno di memoria” le cui fermate coincidono altresì con alcuni luoghi della Puglia.


Si parte dalla Casa Rossa di Alberobello e si approda alla Risiera di San Sabba di Trieste, passando per il campo di internamento situato nelle Isole Tremiti, dove fu imprigionato un gruppo di omosessuali di Catania. Nelle Isole la sopravvivenza era difficile per mancanza di viveri e acqua. A parlare è Francesco Terzulli, storico che enuclea e rende quasi visibile la drammaticità di quella prigionia.
Ed eccoci nella Casa Rossa di Alberobello, fotografie nitide, angolazioni esatte di luce, l’aria la puoi respirare intrisa di morte, nessuna presenza, solo un flash, una foto con il retro scritto alla madre da un detenuto nel giorno della fucilazione.
Sembra di udire il rumore del silenzio a seppellire le grida e non vi è parola che possa immaginare di dire per riempire lo spazio che in me avanza.


E’ questo il fuoco della memoria?
Camminano le voci, la sequenza dei misfatti tra scorci sfavillanti e versi di poesia, la bellezza attorno del paesaggio, il bianco la neve tra gli ulivi.
La profondità delle radici evoca tante e tante storie fatte di cielo e ombre, di difficile convivenza, in alcuni casi di complicità degli internati con la gente del paese.
Campo di internamento e smistamento la Casa Rossa dove affluiscono tra il 1940 e il 1943 cittadini di varia nazionalità, uomini colti, insegnanti, artisti nella maggior parte di origine ebraica. Arrivarono in catene ancora inglesi, irlandesi, maltesi,ebrei tedeschi, polacchi, apolidi, ebrei italiani renitenti alla precettazione civile, a scopo di lavoro. Tra il 1947 e il 1949 arrivarono le “segnorine”, donne straniere di tutta Europa ex-collaborazioniste o sbandate al seguito degli Alleati o senza documenti, con loro erano internati numerosi bambini.
In alcune case di Alberobello è disseminato un museo di opere d’arte lasciate da ex-internati in cambio di cibo o indumenti.
Il video ci conduce infine nella Risiera di San Sabba di Trieste, ecco la Sala delle micro celle e le scritte sul muro di una di esse. Qui la memoria diventa un grido, un respiro che non può restare disatteso come l’esortazione di un ex deportato “Ricordare sempre, odiare mai” spinge a chiederci a quali regole oggi si improntano i rapporti tra gli uomini.
Il Sud e il Nord legati da una figura di uomo libero, Vincenzo Antonio Gigante, nato a Brindisi che, pronto a sacrificare la vita per i propri ideali, venne arrestato e infine deportato nell’unico campo di concentramento italiano con forno crematorio, La Risiera appunto, dove fu torturato e ammazzato, senza però rivelare i nomi dei compagni.


Prima di tutto l’uomo è un corpo di luoghi ed io l’ho guardato “esposto” e alla fine ho trovato la mia immagine che ha l’età della mia memoria, di mio nonno e di tutti gli avi che hanno sparso le loro ombre al sole di questo cielo, tra terra e tempo.
Ringrazio questa casa sensibile, Carte Sensibili appunto, per aver generato una nuova condivisione, porta per guardare sempre il mondo.


Elina Miticocchio


Riferimento in rete
http://cartesensibili.wordpress.com/2012/02/04/levento-elina-miticocchio-prima-di-tutto-luomo-un-documentario-di-elio-scarciglia/