Enzo Varricchio
Quale evento migliore di una mostra sulle donne per celebrare la loro
festa? Non v'è settore della vita associata ove esse si siano
emancipate così bene quanto quello dell'arte contemporanea. Artiste come
Mariko Mori, Vanessa Beecroft, Rachel Whiteread, Marina Abramovic,
Orlan, dominano la scena delle arti visive. La grande esposizione
tenutasi al Palazzo Reale di Milano nel 2008, "L'arte delle donne, dal
Rinascimento al Surrealismi", fu un tributo doveroso in occasione
dell'anno europeo delle pari opportunità.
Prima le artiste vivevano all'ombra di mariti famosi o si
nascondevano per tema di riprovazione, se non di violenza, come nel caso
di Artemisia Gentileschi.
Invece, oggi "L'avanguardia è donna", come conferma
l'esposizione " Avanguardie femministe", in corso alla Galleria
Nazionale di Arte Moderna di Roma, A testimonianza del fatto che le
artiste stanno imponendo una nuova maniera ai colleghi maschietti,
soprattutto con gli eventi performativi, in cui è il gesto artistico a
prevalere sull'opera intesa in senso tradizionale. Pare che la natura
concettuale e filosofica dell'arte di oggi sia assai congeniale
all'intelletto e alla sensibilità femminili. Non a caso il MOMA di New
York sta per inaugurare una retrospettiva dedicata a Marina Abramovic,
regina della performance, dal titolo " The artist is present", durante
la quale l'artista serba aspetterà il pubblico seduta ad una sedia.
Insomma, la tesi dello storico Georges Duby, secondo cui il patriarcato
governa ancora la produzione di immagini, sembra destinata ad essere
ribaltata.
Ben venga quindi la mostra barese, seguita da un convegno sulle
pari opportunità, organizzata dalla Biblioteca Sagarriga Visconti Volpi e
dal Centro Teseo, ideata dalla dottoressa Rosa Capozzi del C.N.R. Se
poi la mostra riesce a mettere a nudo l'animo femminile, più tosto che i
corpi, allora l'iniziativa può dirsi bene riuscita, considerati i
nostri tempi, i cui la fisicità muliebre viene utilizzata per
pubblicizzare ogni sorta di prodotto.
Le opere videofotografiche del maestro Elio Scarciglia,
salentino doc, oltre che artista eclettico, riescono a catturare volti
di donne comuni, impegnate in gesti quotidiani, sublimandoli in immagini
esemplari. Non sono eroine, personaggi famosi o star del cinema ma
persone normali, che lavorano, amano, sognano. Tuttavia, Scarciglia
riesce a rendere eccezionali le consuete occupazioni femminili. Il
titolo dell'esposizione avrebbe potuto essere " La straordinaria
ordinarietà delle donne", Perché questa è la cifra interpretativa del
suo messaggio. E' un cantiere aperto, un work in progress, la mostra di
Scarciglia: tutti i visitatori possono aggiungere una propria opera alle
trentacinque esposte.
L'artista, pur privilegiando i significati, non rinuncia al
discorso estetico. Il suo minimalismo, grazie ad un uso spregiudicato
del colore, vira in una rara forma di realismo fantastico, onirico,
ottimamente espresso anche dalle produzioni video, dedicate alle
divinità femminili delle culture mediterranee e orientali. Shakti,
Matrika e Shekara sono le espressione della forza creatrice e
vivificante della grande madre terra, allo stesso modo in cui le figure
della Madonna e di sant' Elisabetta, che campeggiano all'inizio del
percorso espositivo, sono l'invito ad uno sforzo congiunto e solidale di
tutte le donne verso una completa parificazione, forse già avvenuta
nella realtà ma ancora difficile da realizzarsi nella cultura comune,
nell'immaginario collettivo.
Con questo andare alle origini, al patrimonio ancestrale di
tutte le culture, Scarciglia suggerisce alle donne del XXI secolo di
ricordare il futuro, di saldare la cesura e i conti col passato, non
rinnegandolo in una con la tradizione maschiocentrica, di proporre un
modello di vita basato su valori nuovi, non conflittuali ne meramente
competitivi o efficientistici. Impresa ardua ma necessaria per un
avvenire più roseo, non solo per le quote femminili in politica.
Enzo Varricchio
(critico d'arte - Bari)
In basso: alcuni momenti dell'inaugurazione della mostra presso la Biblioteca "Sagarriga Visconti" di Bari