Recensione a cura di Fabio Piccoli


Un viaggio nell’infinitamente piccolo verso spazi sconfinati, sulle ali suggestive del sogno. Ecco quanto direi, se chiamato a riassumere, in una sola frase, le impressioni maturate durante l’esplorazione della mostra di Elio Scarciglia e Mirco Baragiani.

I due autori, legati in un connubio creativo più che felicemente riuscito, hanno il pregio non soltanto di scuotere il visitatore, bensì di farlo con delicata maestria. È un piacere, infatti, lasciarsi trasportare dalla poesia delle immagini di Scarciglia, attente nello svelare l’immensa grandezza del particolare, sottratto con sapienza a spaccati di natura tanto meravigliosi quanto spesso inaccessibili (eppure ci sono e stanno accanto a noi!). Ed è altrettanto delizioso poter scorrere con lo sguardo i versi di Baragiani, che non descrivono ciò che la fotografia espone, ma ne accentuano il mistero, ampliandone la capacità di suscitare emozioni, nonché genuino stupore.

“19 fotogrammi poetici” è un inno (ed un richiamo), vivace e coinvolgente, alla sensibilità, ovvero a quell’importante attributo umano che fa osservare la realtà veramente, con la conseguenza di spalancare i cancelli della mente a ciò che – in ragione di mancanza di tempo, così come di curiosità, desiderio, ardire… – non di rado si tende ad ignorare. È un messaggio che si presenta come medium, in grado di rafforzare o riprendere quel dialogo tra uomo e natura che spesso si rivela a rischio di interruzione, in alcuni casi perfino di estinzione.

In definitiva, a mio modesto parere, credo che valga certamente la pena ritagliare una breve porzione del proprio tempo per visitare questa mostra, reputandola una stimolante possibilità di riflessione su ciò che è fuori e dentro di noi… una delle non molte occasioni che davvero non si dovrebbero perdere.


Fabio Piccoli